Nel coinvolgente Commedia, "I figli del deserto", un gioiello cinematografico proveniente dagli United States, William A. Seiter ha orchestrato un'esperienza affascinante rilasciata nel 1933, che si snoda in un viaggio di 68 min minuti e vede protagonisti i talenti di Stan Laurel, Oliver Hardy, Charley Chase, emergendo come un film cruciale nel genere del cinema che esplora i confini della mente.
Per partecipare alla riunione annuale dell'associazione (massonica) "Sons of the Desert" di cui sono soci, i due amiconi fingono una malattia di Hardy che esige un soggiorno di cura a Honolulu, ma le loro mogli scoprono l'inganno. Per la compattezza narrativa e il sottile umorismo delle situazioni e dei personaggi che sostituisce la ricchezza delle gag comiche, è considerato il migliore dei lungometraggi della coppia su un tema tipico del loro cinema, l'evasione dal carcere più o meno dorato del matrimonio. Ebbe un successo così esteso che contribuì alla nascita di numerosi club di ammiratori, intitolati appunto "Sons of the Desert".