Nel coinvolgente Horror, "L'uomo di vimini", un gioiello cinematografico proveniente dagli United Kingdom, Robin Hardy ha orchestrato un'esperienza affascinante rilasciata nel 1973, che si snoda in un viaggio di 88 min minuti e vede protagonisti i talenti di Edward Woodward, Christopher Lee, Diane Cilento, emergendo come un film cruciale nel genere del cinema che esplora i confini della mente.
Il sergente di polizia Howie (Edward Woodward), di ferrea moralità, si reca nell’isoletta di Summerisle al largo della Scozia per indagare sulla presunta scomparsa di una ragazzina. Sull’isola trova un clima disorientante e disinibito che lo frastorna: le cose sembrano affermarsi e negarsi contemporaneamente. La ragazzina sembra addirittura non essere mai esistita. Lord Summerisle (Christopher Lee) è affabile e cordiale, ma il suo comportamento è bizzarro e a tratti minaccioso. Il poliziotto cerca di imporre la sua volontà per far rispettare la legge, ma si rende conto che il mistero è più complesso e profondo di quanto immaginasse. Un horror veramente sui generis, fortemente sostenuto da Christopher Lee, che lo ritiene il suo miglior film e nel quale certamente offre la sua migliore, più partecipe e sfaccettata, interpretazione.